Dedalo è stato per me il punto di inizio, la prima tappa verso la realizzazione di un viaggio che non sapevo ancora di voler intraprendere. Alle prese con la triennale era necessario fare il tirocinio e allora, perché non conoscerlo meglio l’affascinante mondo del giornalismo? “Cosa vuoi fare da grande”, fu questa la domanda del direttore Massimo Castagna la prima volta che entrai nella sua stanza in via Piemonte. Ho pensato: “mi prende in giro” e invece no. Questa domanda mi ha messo davanti a uno specchio, lì con espressione pensierosa, a riflettere del futuro. Cosa voglio fare da grande? Dopo due anni o poco più in redazione, ho raccolto i miei articoli-interviste e ho avviato la pratica per essere iscritta nel 2011, all’Ordine dei Giornalisti di Sicilia. Questo volevo fare! Ricevere il tesserino è stato un orgoglio e questo lo devo a Massimo Castagna, che con il suo sarcasmo e l’impertinenza mi ha spalancato gli occhi e a Giusi Stancanelli, presenza confortante che mi ha accompagnato nel mio percorso con discrezione. Dedalo è stato casa, è stato una bella palestra di vita prima di approdare al Giornale di Sicilia e via dicendo. Dedalo, tra i molti pregi può vantare quello di essere stato l’unica testata con una redazione fisica in città, nel capoluogo di provincia, dove esercitano anche i quotidiani storici, senza però aver mai voluto investire troppo sul territorio, nonostante il lavoro incessante dei miei ottimi colleghi. Una redazione in città è un presidio di libertà e legalità che ogni città dovrebbe possedere ancor più in questa fase storica ma le cose vanno diversamente. Dedalo ha avuto anche un altro ruolo, assottigliare il profondo scollamento che c’è tra il mondo accademico - universitario e quello del lavoro. Senza l’istruzione non si può praticare con qualità una professione ma i libri non possono certo sostituire l’esperienza sul campo e Dedalo in vent’anni è stato una grande occasione per molti giovani. È stato soprattutto una grande agorà, ha raccontato la città nelle sue mille sfaccettature, ha consentito a tutti di avere voce e a molti, come me, di trovare la propria strada. Almeno di provarci, considerato i tempi amari che vive questa professione. Ottimi professionisti hanno arricchito le interessanti rubriche di Dedalo che negli anni ha abilmente saputo abbracciare gli interessi della comunità che lo legge. Ricordo i primi tentativi di articolo e quei termini aulici che tanto mi piacevano e così poco convincevano Castagna: devi scrivere per tutti, mi ripeteva. E spero di esserci riuscita. Dedalo certamente lo ha fatto! E allora lunga vita a questa testata che compie i suoi primi splendidi 20 anni, con l’augurio che ve ne siano nell’era digitale ancora tanti.
Con affetto
Angela Montalto
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